La moderna Psiconeurobiologia si avvale e integra gli sviluppi prezioni che negli anni più recenti hanno caratterizzato l'evoluzione dei saperi in materia di relazione mente-corpo. Essa mira allo sviluppo di un modello coerente con i dati derivanti dalle seguenti discipline, in grado di comprendere il funzionamento dell'organismo umano nella sua complessità e di fornire una base teorica per l'approccio clinico.
NEUROBIOLOGIA
Lo studio della morfologia microscopica del neurone, della morfologia macroscopica delle strutture nervose e lo studio della morfologia funzionale del sistema nervoso rappresentano le basi di partenza, imprescindibili, delle più recenti teorie di correlazione tra mente e corpo.
Lo studio del cervello e del Sistema Nervoso risalgono a tempi antichi, ma nel secolo scorso, grazie allo sviluppo tecnologico delle metodiche moderne di indagine, si sono enormemente chiariti sia gli aspetti strutturali che funzionali, rendendo evidente il ruolo di "apparato di comunicazione".
Un impulso decisivo deriva dalla neurobiologia molecolare con la scoperta, negli anni Settanta del Novecento, ad opera della ricercatrice Candance Pert, dei neuropeptidi e dei neurotrasmettitori: il Sistema Nervoso produce decine di sostanze in grado di entrare nel corcolo sistemico e di compiere azioni a distanza. "Non è più possibile definire - sostiene la C. Pert - dove finisce il cervello e dove inizia il corpo".
Parallelamente, la ricerca neurobiologica si è intrecciata spesso con la riflessione filosofica, soprattutto in merito ai quesiti fondamentali sulla natura della mente, sulla natura della coscienza e, in generale sul rapporto tra mente e corpo. Ciò ha comportato e continua a sviluppare la neurobiologia all'interno di un lungo dibattito, con posizioni, a volte, estremamente differenti.
PSICOFISIOLOGIA
Grazie agli studi di psicofisiologia si sono evidenziati con sempre maggiore precisione i correlati fisiologici dei processi psicologici.
Già dalle prime intuizioni di Darwin, si è iniziato a considerare come gli stati emotivi abbiano una ricaduta sul piano biologico, aprendo la questione del tipo di relazione esistente tra mente e corpo. Questa disciplina ha evidenziato come i processi psichici si riflettono nella dimensione fisica dell’individuo, attraverso la misurazione oggettiva di parametri fisiologici quali, ad esempio, attività elettrica cerebrale, ritmo cardiaco, pressione arteriosa, temperatura corporea, tono muscolare, riflessi, movimenti oculari, sudorazione cutanea. Tali misurazioni vengono effettuate mediante moderne tecniche di registrazione e analisi: elettroencefalografia, potenziali evocati, elettrocardiografia, elettromiografia di superficie, elettroculografia. Gli eventi psicologici possono essere stati emotivi-affettivi (ad esempio, stress) o attività cognitive o motorie (ad esempio, soluzione di problemi, talora indotte mediante appropriati stimoli (visivi, uditivi, tattili), in genere somministrati mediante sistemi computerizzati.
Tutti questi dati hanno confermato l'intrinseca correlazione mente-corpo e hanno consolidato un modello di comprensione dell'organismo come "unità psicofisica".
PNEI E TEORIE PSICOSOMATICHE
Parallelamente allo sviluppo della ricerca biomedica, già dalla fine dell'Ottocento vi sono stati numerosi filoni di ricerca nel campo della psicosomatica, di quella disciplina, cioè, che considera gli eventi emotivi quali fattori determinanti nei meccanismi di salute e malattia.
All'interno della corrente psicodimanica (Groddek, Alexander; Dunbar, ecc.) sono state formulate varie ipotesi di come i conflitti interni potessero essere convertiti in sintomi somatici, o come determinati tratti della personalità (Wolff) fossero correlati con determinate tipologie di malattia.
Altri filoni di ricerca (Cannon, Selye, Mason, Lazarus, ecc.) formularono e approfondirono il concetto di "stress" quale "risposta generale dell'organismo a qualsiasi richiesta ambientale", mediante il conivolgimento dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, e quale base dell'alterazione del terreno biologico e dello sviluppo della malattia. Questo filone di ricerca ha costituito il fondamento principale della ricerca in psicosomatica del secolo scorso.
Dall'evoluzione degli studi sullo stress, soprattuo corredati dalla scoperta dei peptidi e dei neurotrasmettitori si è sviluppata la PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia), disciplina che ha raccolto una moltidudine di dati e osservazioni a favore di un modello scientifico di conoscenza del funzionamento dell'organismo unamo nella sua totalità. La PNEI "ricompone" l'organismo in quanto sistema di sistemi in continua interazione, a sua volta in interazione con il proprio ambiente.
Un altro contributo decisivo nell'ambito deile teorie psicosomatiche è stato formulato da R.G. Hamer, innovativo soprattutto per il costrutto di "conflitto biologico", ovvero di "shock inaspettato", quale fattore scatenante il meccanismo di malattia e per la concezione finalistica della: lo shok inaspettato attiva nell'organismo un processo biologico differente dalla fisiologia normale, quale risposta biologica di adattamento.
Accanto agli incredibili sviluppi della neurobiologia e della psicofisiologia, il secolo scorso, quindi, ha visto anche all'interno della ricerca sui mecccanismi di salute e malattia il configurarsi di un modello olistico e unitario, nel quale la dimensione psichica e quella biologica viaggiano continuamenti intrecciati tra loro.
FISICA QUANTISTICA; BIOFISICA E MODELLI OLOGRAFICI
Le scoperte avvenute nel mondo della Fisica tra l'Ottocento e il Novecento e lungo i primi decenni del secolo scorso, che hanno portato alla nascita della Fisica Quantistica, hanno profondamente cambiato la comprensione della realtà, sia nel livello microscopico che nelle teorie cosmologiche dell'universo stesso.
Questi cambiamenti così profondi hanno inevitabilmente influenzato le scienze della natura. Concetti quali "entanglement", "non-località", "ordine implicato" e il ruolo della coscienza non potevano non dare un impulso "rivoluzionario" anche allo studio della mente e alle sue corelazioni con la biologia.
Il neuroscienziato Karl Pribram di Stanford e il fisico David Bohm, dell'università di Londra, hanno proposto una teoria associata in grado di spiegare esperienze trascendentali, eventi paranormali e stranezze della percezione. Le implicazioni di queste scoperte sono molto profonde e toccano le fondamenta stesse della scienza, nonché ogni aspetto della vita umana. Si arriva ad un sistema teorico, con solide basi matematiche, in grado di includere il sovrarnaturale come parte della natura.
Secondo gli studi di Pribram e Bohm, i nostri cervelli costruiscono matematicamente la realtà "concreta", interpretando frequenze da un'altra dimensione, una dimensione di realtà primaria strutturata e significativa che trascende lo spazio/tempo. Il cervello, in altri termini, è un ologramma che interpreta un universo olografico. Pribram ha accumulato in anni di studi e ricerche prove secondo cui la struttura profonda del cervello è essenzialmente olografica, funziona cioè in modo analogo al processo fotografico senza lenti per cui Dennis Gabor ha ricevuto il premio Nobel.
Arriviamo alla comprensione del Sistema Nervoso quale interfaccia tra il dominio della frequenza e il dominio della materia nello spazio tempo, che avviene secondo le leggi della fisica quantistica. In tempi recenti, il matematico R. Penrose e l'anestesiologo S. Hameroff hanno dimostrato le basi scientifiche secondo le quali sarebbero proprio determinate strutture del neurone, i microtubuli, potendo funzionare su tutta la massa cerebrale in uno stato di entanglement, a generare un atto di coscienza.
Per sua natura, quindi, la moderna Psiconeurobiologia è multidiscilplinare. Raccoglie e organizza contributi derivanti da scienze differenti e verifica un modello coerente della complessità del funzionamento degli organismi viventi. A ben ragione, quindi, possiamo riconoscere che, per il suo intento, la Psiconeurobiologia è una scienza che "riconnette le scienze".